Descrizione

Il contesto del nostro progetto si snoda attraverso i luoghi di incontro, sia pubblici sia privati, dove persone in condizioni svantaggiate (in particolare richiedenti asilo, persone in condizione di senza dimora, migranti, donne in situazioni di disagio socioeconomico, ecc.) incontrano operatori socio-sanitari che, pur abituati a operare in ambiti complessi, spesso dichiarano incomprensioni, difficoltà e fatiche nella gestione di questo incontro.

Obiettivo generale: promuovere e favorire la collaborazione reciproca tra studenti universitari, docenti, ricercatori e le organizzazioni dei settori coinvolti nel progetto (in particolare sociale, socio-educativo, sanitario e ambientale) al fine di sviluppare competenze e abilità interdisciplinari di mediazione comunitaria e tra pari che potranno supportare gli operatori e i professionisti attuali e futuri, aumentare il loro potenziale di occupabilità e lo sviluppo interpersonale e socio-educativo.

Obiettivo specifico di aCt è costituire un’esperienza pilota che promuova la multi- e interdisciplinarità sia nell’apprendimento sia nella pratica lavorativa, creando percorsi e sviluppando opere di ingegno aventi come filo rosso la mediazione comunitaria e tra pari.

Per mediazione comunitaria intendiamo un processo composto da diverse azioni (culturali, sociali, informative, formative, ecc.) che hanno lo scopo di lavorare sul territorio e con il territorio al fine di passare dalla coesistenza alla convivenza grazie all’aggiunta di un principio di interazione positiva. Le diverse attività che vengono realizzate mirano a creare le condizioni grazie a cui le comunità possono sperimentare nuove forme di prevenzione, gestione e trasformazione dei conflitti. Non si tratta soltanto della mediazione realizzata in contesti vicinali e di quartiere e non soltanto dell’intervento di un terzo esterno (mediatore professionista), ma di una mediazione dove pari, opportunamente formati, possono diventare essi stessi agenti di cambiamento, di gestione e trasformazione dei conflitti e del dialogo interculturale, puntando a un vero empowerment di tutti gli attori coinvolti nelle interazioni.

Altri obiettivi specifici sono i seguenti:

  • co-progettare, sviluppare, testare e rivedere un modulo formativo in mediazione comunitaria e tra pari che possa essere inserito come modulo trasversale nelle Università o utilizzato per la formazione continua;
  • promuovere un circolo di collaborazione virtuosa tra le Università, il territorio e i professionisti, facilitando la partecipazione al progetto di persone svantaggiate;
  • favorire negli studenti la consapevolezza dell’importanza della responsabilità civica e sociale anche come volontari, e del lavoro di comunità, accompagnandoli in un’esperienza concreta di gestione dei conflitti e di mediazione.

La metodologia si basa sulla teoria e pratica della ricerca-azione nonché sui principi fondamentali della mediazione: coinvolgimento del maggior numero possibile di attori chiave, ascolto dei loro bisogni e percezioni, emersione dei potenziali conflitti, evitando la loro scalata e trasformandoli in occasioni di crescita e di cambiamento, promozione dell’autoriflessività e dell’empowerment di tutti i partecipanti.